Cimitero gepido lungo il fiume Berettyó (Ungheria)

Gen 20, 2022

Le terre della Grande Pianura Ungherese che si trovano oltre al Tibisco hanno sempre rappresentato un territorio di particolare importanza nell’afflusso nel bacino dei Carpazi dei diversi popoli provenienti dal Nord e dall’Est.

La causa principale di ciò è da ricercare nella sua posizione geografica ideale. Inoltre il territorio è attraversato da numerosi fiumi (il Tibisco, i Körös, il Maros ed il Szamos), ed era percorso da importanti rotte commerciali che trasportavano le materie prime (metalli e sale) dalla Transilvania ad Ovest verso gli imperi ed i regni attualmente al potere. A partire dal I secolo d. C. i territori compresi fra la Pannonia e la Dacia erano abitati da popolazioni sarmate, sulle quali, a partire dal III secolo, si insediarono a più riprese popolazioni di etnia germanica. Inizialmente, quando l’Impero Romano era ancora in grado di difendere i suoi alleati Sarmati, questi popoli penetravano solo le zone periferiche, poi con l’indebolimento dell’Impero invasero permanentemente il corso del Tibisco e la Transilvania.

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Fra i popoli germanici invasori i più rilevanti furono i Gepidi, che diventarono gradualmente il popolo egemone. Lo sviluppo ed il consolidamento di quest’egemonia venne però fermato dall’avanzata degli Unni nel V secolo. I re gepidi dimostrarono di possedere buone doti politiche, infatti divennero vassalli dei nuovi invasori, in tal modo poterono mantenere il dominio su gran parte dei propri territori, e prender parte alle scorrerie insieme agli Unni, garantendo con ciò il proprio benessere materiale. Giordano nella sua opera sui Gepidi menziona il re gepido Ardarico, il quale fu il più stimato da Attila fra i re vassalli e poté diventare membro del consiglio del sovrano. La ragione di ciò viene indicata nelle parti successive dell’opera, secondo la quale i Gepidi erano considerati come la migliore truppa di fanteria dell’esercito unno, per cui quest’ultimo nelle conquiste aveva grande necessità del loro aiuto. In seguito alla morte di Attila, avvenuta nel 453 – compiendo nuovamente un’acuta mossa politica- si schierò a capo delle popolazioni ribellatesi contro gli Unni, e con l’aiuto della fanteria sopraccitata sconfisse i figli di Attila. In seguito i Gepidi occuparono i territori di stanziamento degli Unni, e fondarono un regno fiorente che durò per cento anni.

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I territori centrali del regno dei Gepidi si trovavano nel Bacino Transilvano, ciò viene supposto in base ai numerosi e ricchi reperti tombali rinvenuti nel corso degli scavi avvenuti in zona (Apahida, Szamosfalva, Mezőbánd, Szilágysomlyó).

Inoltre un’altra zona di stanziamento già a partire dalle invasioni del III secolo era rappresentata dal corso del Tibisco. Lungo tutto il corso del Tibisco sono riscontrabili in maniera sparsa cimiteri e insediamenti gepidi di piccole dimensioni. In seguito alla sconfitta degli Unni il numero di siti archeologici in questo territorio aumenta drasticamente. Compaiono i cimiteri con numerose tombe (Szentes-Berekhát, Szolnok-Szandaszőlős), e gli insediamenti maggiori. In base a questi scavi la tesi più accreditata é che in seguito al dominio degli Unni il centro del regno dei Gepidi si sia spostato al centro del corso del Tibisco, nella zona delimitata dai fiumi Maros e Körös. Il limite nord-orientale di questo territorio centrale sarebbe stato il fiume Berettyó, a Nord di esso e nel territorio dei fiumi Berettyó-Sebes-Körös fino ad ora sono stati rinvenuti solo piccole parti di cimiteri e in seguito ai movimenti di terra effettuati conosciamo solo tombe depredate (Derecske, Nagyvárad, Csökmő). Questo quadro viene però modificato dagli scavi avvenuti nell’anno 2015 ai confini di Berettyóújfalu, nell’ambito dei quali é stato scoperto un cimitero composto da quasi 200 tombe gepide.

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Fra il marzo ed il luglio del 2015, prima della costruzione del tratto dell’autostrada M4 nella zone meridionale della regione Hajdú-Bihar fra Berettyóújfalu és Nagykereki, sono stati svolti degli scavi archeologici compiuti con la coordinazione del Museo Déri di Debrecen. Tali scavi sono avvenuti come cooperazione professionale fra il Museo Déri di Debrecen, il dipartimento di archeologia dell’Università Eötvös Lóránd, e la Salisbury Kft. Gli scavi del cimitero argomento di questo articolo, scoperto nella parte Nord del sito archeologico ubicato nel territorio del sentiero Somota, sono stati effettuati dalla Salisbury Kft. In base alle ricognizioni svolte sul luogo ed agli scavi preliminari abbiamo localizzato un insediamento neolitico ed uno sarmato, ma col procedere dei lavori, è stato rinvenuto anche un cimitero gepido di grandi dimensioni. Nel cimitero vi sono tombe a pozzo allineate in file da 7-8 tombe. In queste fosse tombali rettangolari, dalle pareti e dal fondo generalmente dritte, i morti sono posizionati orientati in direzione Ovest-Est, sdraiati sulla schiena. In più tombe si possono notare resti indicanti la presenza di bare. Oltre alle bare di tronchi dalla forma rotonda, vi sono bare costruite a cassa, ma non sono stati rinvenute né giunture né chiodi da bara.

Nelle epoche successive purtroppo circa l’80% delle tombe é stato depredato dalle popolazioni subentrate, nella speranza di trovare oggetti di valore. Questo può confermare il fatto che nel cimitero alcune tombe fossero segnalate, e che tale marcatura sia ormai scomparsa. In base alle posizioni degli scavi effettuati dai saccheggiatori queste segnalazioni ipotizzate potevano indicare l’ubicazione della testa del defunto, perché la maggior parte delle depredazioni riguarda la parte superiore del corpo del defunto. Nel cimitero si trovano tombe di uomini e donne in numero quasi equivalente, in base ai corredi tombali si può dedurre la classe sociale e la ricchezza del defunto.

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Le tombe degli uomini solitamente sono più grandi e più profonde, ma sono quasi tutte depredate, perciò é solo grazie alla fortuna che, nonostante tutto, al loro interno siano stati “dimenticati” oggetti che possono fornirci importanti indicazioni. La base della società dei Gepidi é data dall’esercito, per cui il migliore indicatore dello stato sociale analizzabile anche da noi é dato dalle armi poste nella tomba. La classe più alta é data dai guerrieri sepolti con l’intera armatura (spada, lancia e scudo). Nella tomba più significativa é stata rinvenuta una lancia e un umbone (elemento centrale sporgente dello scudo) ornato con chiodi dorati. Questo elemento ornava e rafforzava la parte esterna dello scudo, in modo da attutire o deviare i colpi ricevuti frontalmente. Il guerriero sepolto in questa tomba poteva essere il membro più eminente della comunità, anzi é possibile che abbia partecipato alla guerra contro i figli di Attila alla guida di un’unità di guerrieri. La seconda classe sociale riscontrabile nel cimitero é rappresentata dalle persone sepolte con poche armi, generalmente solo con la lancia. Qui le lance con la punta piatta a forma di foglia sono stese a fianco del defunto, o si trovano ai suoi piedi conficcate sul fondo della tomba. Questo ceto é seguito dai semiliberi senz’armi e dai servi. In queste tombe troviamo oggetti d’uso (coltelli, forbici, micce, selci) e semplici accessori di abbigliamento (fibbie).

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Le tombe delle donne generalmente sono molto più ricche di colori e appariscenti. Qui il ceto sociale viene indicato dalla quantità, dalla qualità e dal materiale degli oggetti e dei gioielli del corredo. Purtroppo a causa delle numerose depredazioni mancano quasi completamente le fibule a disco e in metallo colato tipiche dell’epoca. In tutto il cimitero é stata rinvenuta un’unica fibula da staffa con ornatura a foglie, ma neanche questa è stata ritrovata al suo posto originale, ma gettata al lato della tomba. Si trovano in gran numero fibbie in bronzo colato a forma di D, presentanti vari motivi ornamentali sull’ardiglione, per esempio il cosiddetto motivo a scudo. É degna di una nota a parte una fibbia con intagli decorativi riportanti il motivo della croce (appartenente al cosiddetto tipo Sučidava), i cui paralleli possono essere riscontrati nei Balcani ed a Bisanzio. Anche questo conferma i rapporti esteri del ceto locale più abbiente. Nelle tombe di donna sono state rinvenuti in numero maggiore pettini d’osso, a due lati, a denti fitti.

La parte del rinforzo centrale veniva spesso ornata con motivi geometrici intagliati o forati. I pettini sono stati rinvenuti o vicino alla testa o sopra agli arti superiori, per cui si può dedurre che essi al momento della sepoltura venivano puntati nei capelli della defunta, che veniva messa nella tomba ornata in tal modo. Oltre ai pettini sono stati rinvenute in gran numero anche perle. Queste potevano essere realizzate in vetro, pietra calcarea, ambra, la loro misura variava a seconda dell’utilizzo. Le collane erano composte da perle più piccole sferiche o cilindriche o perle multiple, quelle piú grandi erano usate come ornamento dei vestiti, infilate in campanelli pendenti dalla cintura. Fra gli oggetti d’uso nelle tombe femminili si trovano coltelli di ferro, tondini forati per fusi.

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Circa il 10-15% del cimitero è composto da tombe di bambini, queste di solito sono poco profonde, e nella maggior parte dei casi, poiché lo scheletro é ancora debole e friabile, abbiamo ritrovato solo il corredo. Già in questa giovane età esse rispecchiano il ceto sociale del bambino.

Rappresentano un gruppo di reperti a parte i recipienti seppelliti nella tomba che indicano l’usanza delle offerte di cibo ai defunti. Questi si trovano in tutte le tombe, indipendentemente dall’età o dal sesso del defunto. Per quel che riguarda la loro posizione, nella maggior parte dei casi si trovano vicino alla testa, in alcuni casi -secondo l’usanza dei Gepidi- si trovano in una nicchia separata, sepolti nella tomba ad un livello superiore rispetto allo scheletro. Tutti i vasi sono stati realizzati con il tornio veloce, hanno una forma rotonda o biconica, possono essere decorati o privi di decorazioni. Sono presenti tutte le tecniche decorative tipiche della produzione di vasellame dei Gepidi, cioè la decorazione timbrata a rombo, la lucidatura, la levigazione ( con decorazioni a zig-zag, a spina di pesce, a linee).

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Circa il 10-15% del cimitero è composto da tombe di bambini, queste di solito sono poco profonde, e nella maggior parte dei casi, poiché lo scheletro é ancora debole e friabile, abbiamo ritrovato solo il corredo. Già in questa giovane età esse rispecchiano il ceto sociale del bambino.

Rappresentano un gruppo di reperti a parte i recipienti seppelliti nella tomba che indicano l’usanza delle offerte di cibo ai defunti. Questi si trovano in tutte le tombe, indipendentemente dall’età o dal sesso del defunto. Per quel che riguarda la loro posizione, nella maggior parte dei casi si trovano vicino alla testa, in alcuni casi -secondo l’usanza dei Gepidi- si trovano in una nicchia separata, sepolti nella tomba ad un livello superiore rispetto allo scheletro. Tutti i vasi sono stati realizzati con il tornio veloce, hanno una forma rotonda o biconica, possono essere decorati o privi di decorazioni. Sono presenti tutte le tecniche decorative tipiche della produzione di vasellame dei Gepidi, cioè la decorazione timbrata a rombo, la lucidatura, la levigazione ( con decorazioni a zig-zag, a spina di pesce, a linee).

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Dal punto di vista antropologico il cimitero si inserisce nel quadro degli altri cimiteri gepidi dell’epoca. Fra gli scheletri analizzabili il 70% appartiene alla tipologia umana puramente europoide, il 30% appartiene alla tipologia umana puramente mongoloide. La gran parte degli europoidi é cromagnoide, in piccola parte presentano caratteristiche tipiche nordiche. La presenza dell’elemento mongoloide può indicare il mescolamento con la popolazione subentrante nel periodo unno. Può suggerire la stessa conclusione anche l’apparizione dell’usanza della deformazione artificiale del cranio. Questa può essere notata in otto crani del cimitero, ed é sempre effettuata allo stesso modo. Per la deformazione venivano utilizzate due fasce, la prima veniva fissata fra la fronte e la nuca, in tutti i casi era questa ad essere legata sempre piú stretta, e la seconda si trovava sulla calotta cranica dietro la sutura coronale. La deformazione si trova in tutti i casi su crani di tipo europoide, il che suggerisce ulteriormente che si tratti di un’usanza adottata.

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Per quel che riguarda la sussistenza del cimitero è interessante notare che fra le tombe gepide compiano anche quelle degli Avari, popolo che sconfisse i Gepidi nel 568. Fra queste tombe vi sono sia quelle di ricchi guerrieri, sepolti con l’intera armatura e con cinture dai ricchi ornamenti, che quelle di poveri privi di corredo. Fra le tombe troviamo una sepoltura equina, in cui giaceva un cavallo imbrigliato diviso in 3 parti. La divisione fra i due cimiteri è stata aiutata anche dall’antropologia, poiché nelle tombe avare compaiono caratteristiche mongoloidi, come il cranio corto (brachicranico).

Gli scavi del cimitero gepido del sentiero Somota possono fornire un dato ulteriore per precisare l’estensione del “Regno dei Gepidi”. In base ai reperti ed ai siti archeologici fin ora conosciuti questo territorio veniva considerato dai ricercatori come una zona scarsamente popolata, situata fra due regioni centrali. Questa visione è però cambiata in seguito alla scoperta del cimitero gepido dal maggior numero di tombe recentemente ritrovato, per cui possiamo considerare il corso del fiume Berettyó come una zona rilevante dal punto di vista dell’egemonia dei gepidi, seguente il dominio unno.

Zoltán Farkas
Archeologo
Salisbury Kft.

Híreink

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